Ubicazione geografica | Ubicazione fisica | ||||||||||||
42° 09' 27" Nord | 350 cm | ||||||||||||
14° 07' 34" Est | Davis Passivo | ||||||||||||
2003 metri s.l.m. | Extra Urbana | ||||||||||||
Cresta | Tetto | ||||||||||||
Df scala Koppen | 4 metri | ||||||||||||
Strumentazione | |||||||||||||
Davis Vantage Pro 2 6152 EU Risoluzione pluviometrica a 0.20 mm Installata il 02/06/2020 |
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Descrizione morfologica e climatologica della localita' | |||||||||||||
La stazione meteorologica Davis VP2 e' stata installata ad una quota di 2003 metri s.l.m., in zona Majelletta ? Blockhaus, in uno splendido circondario paesaggistico comprendente quei versanti selvaggi e talvolta ameni che sembrano non risentire fortunatamente del degrado generato dalla presenza di numerosi ripetitori presso il non distante Blockhaus. Testimonianze del suddetto circondario sono fornite, ad esempio, sia dalla presenza del vicino anello che va dall'Eremo di Santo Spirito (Roccamorice), il piu' famoso ed importante della Majella, fino alla Majelletta passando per il vallone di Santo Spirito ed il Colle Tondo per poi ridiscendere verso il predetto vallone, sia da promontori lisci e levigati dal vento impetuoso. Scopo del monitoraggio associativo, peraltro, e' anche l'osservazione della frequenza con cui il vento potra' raggiungere ed oltrepassare i 200 km/h, visto che, sempre piu' spesso, esso relega scorribande pazzesche in una zona da sempre nota per fenomeni estremi anche a causa dei repentini cambiamenti climatici che stiamo vivendo: la gia' accentuata ventilazione dell'intera zona, appunto, risentirebbe altresi' di quegli sbalzi pressori, propensi ad incentivare l'effetto eolico e forieri di registrazioni di velocita' massime da record, che sono soliti verificarsi quando da un campo di alta pressione si incede celermente verso situazioni opposte. Questo anello si sviluppa prevalentemente in un bosco incontaminato e carico di suggestione e, stante il dislivello limitato, presta il suo itinerario ad un gran numero di escursionisti. Il Blockhaus, una delle cime della Majella , montagna madre d'Abruzzo con i suoi ripidi fianchi e le sue sterminate distese si staglia agli occhi dell?osservatore tra paesaggi immensi, brulli e solitari, circondata da zone con esemplari di pino mugo. E' raggiungibile a piedi o in bicicletta poiche' la strada che dal comprensorio sciistico Passolanciano?La Maielletta conduce ai 2.145 metri della cima (ove e' anche presente la statua della Madonnina) e' percorribile in auto, infatti, soltanto fino al rifugio Pomilio (1.892 metri). Sulle piste della Maielletta e' possibile sciare cosi' come avviene solo nell'altra stazione di Prati di Tivo con vista mare in lontananza! Nei pressi del Rifugio Pomilio sono presenti importanti installazioni di ponti radio di telecomunicazioni sia per la zona del chietino che del pescarese. La visuale abbraccia, a sud, tutte le cime maggiori del massiccio della Majella e la sottostanti zone collinari di Chieti e Pescara poste oltre 1.500 metri piu' a valle; ad est, invece, si riesce a vedere chiaramente il mare Adriatico quando non risulti avvolto in una cortina di umidita'. Il suddetto comprensorio, che risulta ubicato nel versante nord-orientale del massiccio della Majella, all'interno dell'omonimo Parco Nazionale, ha un territorio geograficamente ricadente nei Comuni di Pretoro (CH) a 602 metri s.l.m., di Rapino (CH) a 420 metri, di Pennapiedimonte (CH) a 669 metri e di Roccamorice (PE) a 520 metri; due differenti stazioni sciistiche limitrofe - quella di Passolanciano e quella della Maielletta - non direttamente collegate tra loro; un bacino di utenza rivolto principalmente al basso Abruzzo (province di Chieti e di Pescara). E' uno dei tre poli sciistici della Majella assieme a Campo di Giove (1.064 metri), posto ai piedi del versante sud-occidentale del predetto massiccio montuoso e passo San Leonardo (1.282 metri), rientrante nei territori comunali di Pacentro (AQ), a 690 metri s.l.m. e Sant'Eufemia a Majella (PE), a 878 metri, situato a sud-est del gruppo del Morrone con i suoi 2.061 metri di altimetria massima. Inoltre, la parte alta del comprensorio Passolanciano?La Majelletta, oltre a rientrare nella riserva naturale "Piana Grande della Majelletta", confina, ad ovest del Blockhaus, con la riserva naturale valle dell'Orfento. L'accesso alla localita' monitorata e' possibile percorrendo l'autostrada A25 Roma-Pescara uscendo ad Alanno-Scafa, proseguendo quindi sulla SS 5 in direzione Scafa e svoltando poi a sinistra per Pianopuccia, Lettomanoppello e Passo Lanciano. Altre vie d'accesso sono tramite la SS 614 della Majelletta o l'abitato di Roccamorice. Il termine "block-haus" (dal tedesco, casa di sassi) fu' coniato nell'Ottocento, durante la lotta al Brigantaggio, da un comandante di origine austriaca che era di stanza, assieme ad un plotone di bersaglieri, in un fortino di pietra ivi costruito e rimasto in funzione dal 1863 al 1867, durante il periodo post Unita' d'Italia. Oggigiorno, e' possibile ancora osservare i resti del diruto e sommitale avamposto militare, dotato di iniziale planimetria rettangolare. Qui la montagna si fa storia: a poca distanza, infatti, si scorge la Tavola dei Briganti (2.118 metri), una serie di rocce dove sono incise le testimonianze di coloro che appartennero alla cosiddetta "Banda della Majella" (le bande che infestavano queste numerose valli dai contrafforti separati - attive dal 1861 al 1867 - erano poco meno di una decina e si dividevano i versanti occidentale ed orientale della montagna; a seguito di fusioni e disgregazioni, passarono poi alla storia con la piu' nota denominazione di ?Banda della Majella?). Il Blockhaus fu usato come punto militare dai nazisti durante la seconda guerra mondiale; nell'anno 1943, nella localita' di passo San Leonardo, gli abitanti sfollati di Lettopalena (CH) furono costretti a marciare per raggiungere Campo di Giove (AQ). Nel dopoguerra, attorno agli anni '60, la localita' divenne oggetto di studi scientifici stante la formazione del rilievo da isola corallina emersa dal mare. Il processo di innalzamento si e' protratto per millenni, mantenendo in posizione sub-pianeggiante la superficie interna del pianoro del Blockhaus, isolata dall'erosione glaciale che ha formato delle valli. Dal Blockhaus si possono raggiungere tutte le maggiori vette della Majella, secondo massiccio montuoso piu' alto degli Appennini dopo il Gran Sasso d'Italia (2.912 metri). Tra esse, il monte Amaro - con i suoi 2.793 metri - da dove la vista spazia sull'infinita valle di Femmina Morta, su altri gruppi montuosi abruzzesi, sui monti della Meta e, nelle giornate piu' limpide, fin sul monte Conero e le Isole Tremiti; il monte Acquaviva (2.737 metri); il monte Focalone (2.676 metri); il monte Rotondo (2.656 metri); il monte Macellaro (2.646 metri); la cima delle Murelle (2.596 metri) ed il Pesco Falcone (2.546 metri). Poco piu' a monte del rifugio, verso est, dipartono invece profondi valloni che scendono fino a toccare il territorio del suddetto Comune di Pennapiedimonte. La salita alla cima del Blockhaus prevede il passaggio su un crinale esposto in pieno alla tramontana dove la neve si trasforma spesso in ghiaccio. Guide alpine e strutture ricettive della zona propongono spesso delle camminate accompagnate. L'ascesa, lunga e con pendenze elevate, risulta essere la salita asfaltata con il maggiore dislivello di 2.039 metri presente in Italia (sopravanzando anche quella che va da Prato allo Stelvio verso l'omonimo passo). E' stata piu' volte punto di arrivo o transito del Giro d'Italia - ciclisti professionisti. Si puo' scalare da tre diversi versanti che hanno in comune il tratto finale di sei chilometri (ovvero quello che parte da La Maielletta e giunge alla sommita'). Nello specifico, le ascese sono possibili da Manoppello Scalo - Roccamontepiano - Pretoro (e' la piu' lunga delle tre salite misurando circa 40?chilometri); da Scafa - Lettomanoppello (lunghezza totale di circa 27,5?chilometri); da Scafa - Roccamorice (lunghezza complessiva di circa 31,5?chilometri - con parte piu' dura che si trova nel tratto di 13,5?chilometri che collega Roccamorice alla Maielletta - con una pendenza media vicina al 10% tanto che, secondo alcune fonti, questo tratto di strada si collocherebbe al terzo gradino delle salite asfaltate piu' difficili d'Italia dopo Zoncolan e Mortirolo). I ripidi fianchi della Majella non si prestano ad itinerari comodi per ciaspolate o per rilassanti passeggiate invernali; infatti, i valloni rivolti verso Caramanico, la conca di Sulmona ed il Morrone presentano splendidi ma impegnativi tratti per gli scialpinisti mentre i canyon che scendono verso le colline di Chieti e l'Adriatico sono troppo boscosi e rocciosi. Partendo dalla localita'? oggetto di osservazione, tra i sentieri praticati, molto battuto e' certamente quello che conduce, dopo aver anche attraversato una lunga valletta carsica,alla base del monte Amaro; nella sua parte iniziale, il percorso sfrutta la comoda strada che conduce al rifugio Pomilio, da dove si prosegue, poi, per l'Itinerario "Indro Montanelli" fino alla base del Blockhaus. Menzione, peraltro, va attribuita anche al sentiero che porta ai 2.596 metri della fulgente cima delle Murelle. Oltre il Blockhaus, infatti, una cresta aspra e rocciosa separa i valloni di Selvaromana e dell'Orfento e si estende verso il Focalone, l'Acquaviva e le altre vette piu' elevate del massiccio. Dalla fonte Acquaviva, in particolare, si puo' deviare verso il sentiero dell'Aeroplano. Il percorso, inizialmente segnato, procede in una fitta mugheta per sprofondare, poi, nell'abisso della valle di Selvaromana (ricadente nel Comune di Pennapiedimonte). Ad un primo facile passaggio su una gobba rocciosa segue un camminamento piu' esposto, fino a giungere nel solitario ed affascinante anfiteatro delle Murelle (2.140 metri), di origine glaciale, con pareti, traforate di grotte e colatoi, un tempo luoghi di difesa dai nemici. Aggirato un crinale, a volte tra aquile e camosci, ci si insinua nel grande anfiteatro della nord delle Murelle, un terribile imbuto a strapiombo sull'infida parete che raggiunge il passo della Capra: si misurano, qui, 2.295 metri di altitudine. Non distante la valle dell'Inferno e, poco dopo, il valico della Carrozza (2.196 metri). Dall'impervia e rocciosa cresta est delle Murelle, costeggiando l'alta val Forcone, si giunge quindi alla sommita' dei 2.596 metri della cima delle Murelle. Condizioni meteo stabili sono essenziali per la buona riuscita dell'escursione. Nei mesi primaverili, occorre pero' prestare comunque attenzione ai nevai duri e ghiacciati. Il?clima?della zona attenzionata a quello tipico dell'alta montagna, con precipitazioni?nevose?particolarmente abbondanti, sebbene queste siano particolarmente variabili ogni anno; l'estate si presenta in genere fresca e ventilata. L'ampia estensione territoriale ed altitudinale del PNM ? Parco Nazionale della Majella - fa si' che vi siano rappresentati sia numerosi tipi climatici, inquadrati nei "bioclima del Mediterraneo pluviostagionale oceanico" (estremita' nordoccidentali del Parco), sia un clima temperato oceanico, nettamente prevalente. Quest'ultimo, fino ad una quota altimetrica media di 1.100 metri, si presenta nella variante Submediterranea, (presenza, almeno un mese all'anno, di condizioni di subaridita'). Il clima degli altipiani e' rigido, tanto che essi sono coperti di neve per almeno sette mesi l'anno; con il disgelo, date le loro caratteristiche morfologiche, non riescono a trattenere l'enorme quantita' di acqua disponibile, che, conseguentemente, si infiltra nel sottosuolo originando imponenti fenomeni carsici. Le precipitazioni sono in genere abbondanti, con massimo tra novembre e dicembre; i mesi meno piovosi sono luglio ed agosto. I temporali, tuttavia, sono ricorrenti, improvvisi e violenti (nonche' accompagnati, oggigiorno, da sempre piu' frequenti manifestazioni grandigene), tanto che la Majella e' ricordata da Rigo - botanico dell'ottocento - come "capricciosa di tempeste". Le nevicate si concentrano nel periodo che va dalla meta' di settembre alla fine di maggio, ma non sono improbabili anche negli altri mesi dell?anno. Si ipotizza che alla quota monitorata la cumulata precipitativa annua effettiva possa aggirarsi attorno ai 2000 millimetri (in tale stima si deve includere, quella quantita' di precipitazioni che inevitabilmente si disperde per nebulizzazione causata dal forte vento, spesso presente anche in modo tempestoso). Generalmente, le aree delle conche interne sono caratterizzate da precipitazioni basse e livelli elevati di continentalita', cosa che determina la presenza di specie e vegetazioni di tipo para-steppico; le aree esposte verso il mare, soprattutto nel settore settentrionale, hanno invece precipitazioni decisamente piu' abbondanti. La Majella, anticamente, fu interessata da una grande calotta glaciale sommitale della superfice di circa 30 chilometri quadrati - un ghiacciaio di tipo islandese da cui scendevano in genere numerose lingue nelle valli sottostanti (con spessore probabilmente superiore ai 200 metri in corrispondenza della valle di Femmina Morta); per le localita' poste a quote maggiori, non e' possibile fare una stima precisa per la mancanza di punti di riferimento. Sul Gran Sasso, inoltre, durante l'ultima glaciazione, il limite delle nevi era posto ad una quota di circa 1600-1700 metri, cioe' piu' basso di circa 300 metri rispetto alla Majella (Giraudi, 1998). La parte sommitale coperta dal ghiaccio ha pertanto fortemente inibito la vita delle piante vascolari. E' anche possibile che la grande massa glaciale abbia risposto con tempi differenti all'innalzarsi delle temperature. Infatti, il Gran Sasso e' separato dalla Majella dalla barriera ecologica costituita dalla depressione Peligna e dalle gole di Popoli. In questo modo, una parte delle specie delle "popolazioni" orientali che hanno iniziato a colonizzare la Majella possono essere restate isolate sulla montagna, senza la possibilita' di espandersi ulteriormente verso nord: l'isolamento potrebbe aver portato, in seguito, pertanto, ad una differenziazione dalle popolazioni parentali. Le differenze floristiche potrebbero essere spiegate tramite il concomitante avvenimento di diversi fattori geografici, morfologici, litologici e climatici. La differente posizione geografica, infatti, ha condizionato le migrazioni delle piante, in particolare di quelle di origine orientale sulla Majella e quelle nordiche sul Gran Sasso. | |||||||||||||
Foto | |||||||||||||
Visuale della stazione meteo Davis Vantage Pro 2 - foto scattata il 02-06-2020 Visuale della stazione meteo Davis Vantage Pro 2 - foto scattata il 02-06-2020 Ubicazione della stazione meteo , un grazie a Majelletta WE per la concessione Visuale panoramica della struttura Lo Chalet Majelletta WE - Ristorante di Montagna |
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